DIE DEUTSCHE BLOCKADE BRECHER
(I Violatori di blocco della Germania)

E' significativo quanto scrive Brennecke :
..........., Nel Nauticus 1942, che è l'annuario della navigazione tedesca, il Segretario di Stato König elogiò l'impresa: « II comportamento di questi uomini costituisce una nuova ed edificante testimonianza dello spirito che anima la Marina mercantile tedesca». Fu uno dei pochi casi nei quali l'opinione pubblica tedesca seppe qualche cosa delle prestazioni della Marina mercantile, sia pure attraverso un libro letto unicamente negli ambienti interessati.
Un altro organo tecnico, ancor meno diffuso, la Hansische Warte, che si occupa esclusivamente di questioni relative alla navigazione mercantile, nel fascicolo di dicembre del 1942 scrisse fra l'altro:
« In questi tempi la Germania parla dei suoi granatieri, degli uomini dei suoi sommergibili... (segue una filza di specializzazioni dell'Esercito, di associazioni e di organizzazioni fra le quali non sono dimenticate la Croce Rossa, l'antiaerea, i contadini, gli artigiani e gli operai)...
Ciò è giusto. Di qualcuno che lotta, però, bisogna tacere. Molto più di quanto sia necessario !
Qualcuno che è taciturno per natura, il cui lavoro pochi conoscono ma serve a milioni di persone, la cui partecipazione al pericolo è pari a quella di ogni altra arma, la cui morte è dura come ogni morte: i marittimi della Marina mercantile. Perché non si dice ai quattro venti ciò
che sarebbe giusto dire? È uno strano silenzio, quello sui marittimi.
Dove stanno le porte oceaniche dell'Europa, navigano navi tedesche e dove navi tedesche navigano il nemico è attivissimo, la lotta raggiunge la sua piena asprezza. Qui stanno le navi mercantili tedesche ed i loro uomini, giorno e notte. Il popolo ha il dovere di considerare i marittimi fra i suoi figli più valorosi... ». Dei marittimi tedeschi si è taciuto assai più di quanto fosse necessario... scrive il redattore,ed i marittimi sono taciturni per natura. Questo silenzio, questa ammirevole modestia, hanno fatto sì che le loro azioni fossero  ignorate. È pur vero che in molti casi solo il più impenetrabile segreto poteva permettere ulteriori operazioni..................

Noi possiamo solo aggiungere che tale doveroso omaggio debba essere esteso e riconosciuto ai marinai di ogni bandiera e di ogni razza ,che in guerra e in pace hanno compiuto e compiono il proprio dovere senza compromessi .

Oggi forse le cose sono un tantino mutate , ma un uomo di mare resta e resterà sempre tale .
Altra avventura sarà il tentativo del grande transatlantico COLUMBUS della NDL di 32565 tsl .
Lascerà il molo 84 nella 42nd Avenue di Manhattan a metà Agosto 1940 per andare incontro al suo destino ,facendo ricorso perfino al legno stagionato delle sue cabine di lusso , pur di bruciare qualcosa nelle voraci caldaie.
Inseguito a lungo prima da caccia americani e poi dall'incrociatore Tuscaloosa , questi verranno sostituiti da unità inglesi richiamate sul posto dai solerti  "colonials" .
Al Capitano Dähne non rimase altro che mettere al sicuro l'equipaggio e autoaffondare la splendida nave da crociera. L'autoaffondamento sarà una delle pratiche inevitabili perseguite dai mercantili senza scampo :

Nel Canale di Danimarca:
Mimi Horn (Armatore H.C. Horn, Amburgo), 29 marzo 1940, 4.007 TSL;
Teneriffe (HSDG, Amburgo), 21 novembre 1939,4.996 TSL;
Carl Fritzen (Johannes Fritzen, Emden), 4 settembre 1939, 6.582 TSL, affondata con fuoco d'artiglieria di incrociatore britannico a sud-est dell'Islanda;
Wolfsburg (Hansa, Brema), 2 marzo 1940, 6.201 TSL, a sud dell'Islanda;
Uruguay (HSDG, Amburgo), 6 marzo 1940, 5.846 TSL, dinanzi all'Islanda;
Parana (HSDG, Amburgo), 12 novembre 1939, 5.986 TSL, a sud dell'Islanda;
Minden (NDL, Brema), 24 settembre 1939, 4.318 TSL;
Mecklenburg (HAPAG, Amburgo), 12 novembre 1939, 7.892 TSL, a est dell'Islanda;
Adolph Woermann (Deutsche Afrika-Linien, Amburgo), 22 novembre 1939, 8.577 TSL, affondata nell'Atlantico quando l'incrociatore britannico Ajax le ordinò di fermarsi;
Johannes Molkenbuhr (Hugo Stinnes Linien, Amburgo), 3 settembre 1939, 5.294 TSL, dinanzi alle isole Orcadi; Antiochia (HAPAG, Amburgo), 23 novembre 1939, 3.106 TSL, a sud-est dell'Islanda; Bertha Fisser (Fisser & Doornum, Emden), 20 novembre 1939, 4.110 TSL, a sud dell'Islanda.

Nel Mare del Nord, nell'Atlantico, di fronte alle Coste dell'Africa e dell'America del Nord, colarono negli abissi:
Ussukuma (Deutsche Afrika-Linien, Amburgo), 6 dicembre 1939, 7.834 TSL, dinanzi a Bahia;
Troja (HAPAG, Amburgo), 1 marzo 1940, 2.390 TSL,di fronte ad Aruba;
Inn (NDL, Brema), 5 settembre 1939, 2.867 TSL,presso le isole Canarie;
Heddernheim (Unterweser, Brema), 21 marzo ,1940, 4.947 TSL, nel Kattegatt;
Heidelberg (HAPAG, Amburgo), 2 marzo 1940, 6.530 TSL, a sud di Haiti;
Halle (HAPAG, Amburgo), 16 ottobre 1939, 5.889 TSL, a ponente di Dakar;
Gonzenheim (Unterweser, Brema), 19 ottobre 1939, 4.574  TSL, dinanzi a La Plata;
Adolf Leonhard (Leonhard & Blumberg, Amburgo),8 dicembre 1939, 2.990 TSL, all'altezza dell'Angola;
Wakama (Deutsche Afrika-Linien, Amburgo), 13 febbraio 1940, 3.771 TSL, di fronte a Rio de Janeiro; Albert Janus (Frigga Reederei, Amburgo), 18 gennaio 1940,  1.598 TSL, 80 miglia marine a ponente di Vigo; Baldur (Frigga, Amburgo), 16 febbraio 1940, 5.805 TSL, all'altezza di Lister.
In tutto, con il vapore Arucas,della NDL, sono 28 navi per 171.822 TSL .
Cifre da capogiro , ma saranno ben altre quelle relative agli affondamenti degli uboote nella battaglia dell'Atlantico !
Gran parte della flotta mercantile tedesca, nei critici giorni della fine dell'agosto 1939, stava nelle lontane acque d'oltreoceano.
I mercantili che navigavano nell'Oceano Indiano o nel Pacifico dovettero quasi tutti, come prima cosa, raggiungere un porto neutrale. Nè fu semplice, come sembrerebbe: due esempi dimostrano quali pericoli e quali problemi incombessero.
Interessa pertanto sapere dove si trovavano, al 1° settembre 1939, le 858 navi tedesche di circa 1.600 TSL, che insieme comportavano un totale di 3.888.000 TSL. :

In Patria e nel Mare del Nord: 452.
In porti d'oltremare 230. Di queste:
Italia e Colonie 42, Spagna e Possedimenti 58, Isole Canarie 9, Indie Orientali Olandesi 10,Indie Occidentali Olandesi 11, Giappone e Asia Orientale 14, Portogallo e Colonie 18, Stati Balcanici 4, Stati Uniti d'America e Sud-America Nord-Orientale 15, Brasile 19, Argentina e Uruguay 11, Cile e Perù 9, Persia 5, Inghilterra,Francia e Possedimenti 3.
In navigazione: 79 nell'Oceano Atlantico, 10 nell'Oceano Indiano, 5 nel Pacifico, 82 in posizioni non conosciute,in totale quindi 176.
Molte riuscirono a raggiungere porti neutrali e persino a rientrare in Patria. Molte forzarono
più tardi il blocco, specie quelle che avevano cercato scampo nei porti di Stati neutrali dell'Atlantico.
Una parte riuscì a spostarsi nel Giappone, come vedremo in seguito; altre invece furono sottoposte a tale sorveglianza da navi da guerra, che, malgrado la volontà del capitano e dell'equipaggio, l'uscire dai porti dove avevano trovato riparo diventò una pia illusione. Di conseguenza le autorità centrali non diedero mai ordine di salpare, ma lasciarono la decisione al giudizio dei capitani.
Abbiamo già detto quanto sia stato difficile strappare letteralmente testimonianze ai naviganti sopravvissuti alla guerra , quei pochi che l'hanno fatto però hanno dato luogo a pagine intere che appaiono  uscite dalla indimenticabile penna di Joseph Conrad . Quello che segue , espunto integralmente dal lavoro di Brennecke , ne è una prova :
...................................
Ogni cosa ha il suo lato buono.
L'autore di questo libro deve proprio ai rossi nella terra delle pagode d'oro la fortuna d'essersi incontrato con una personalità che, fra le rovine della guerra, custodisce i ricordi di uno fra Ì più duri episodi vissuti dagli uomini della Marina mercantile durante il conflitto.Fu sull'Irrawaddy color ruggine,(..nda...Fiume Birmano) dieci anni buoni dopo la fine della guerra. Dietro la Hohenfels, ammirata in ogni porto dell'Asia Sud-orientale, un altro trasporto pesante della  DFG Hansa risalì il fiume e gettò l'ancora davanti a Rangoon, la capitale della Birmania che ora è libera, e nei più importanti porti del paese: era la Kandelfels , costruita nel dopoguerra per rimpiazzare la nave omonima perduta durante il conflitto, sotto il nome di incrociatore ausiliario Pinguin.
Desideravo fotografare i due bastimenti tedeschi insieme. Eleganti nella forma, immacolati nel colore, prestavano servizio quali navi passeggeri e da carico. Le massicce alberature, le pesanti gru, dicevano al conoscitore quale fosse il loro effettivo compito.
Portandosi sull'altra sponda in faccia a Rangoon, le due navi risaltavano meglio, l'una accanto all'altra, sul fiume: un paio di piccoli cantieri su quella riva e dietro la distesa dei campi di riso: nessun villaggio tra il verde intenso degli alberi tropicali.
Dai vogatori di sampan che provvedevano ad allacciare quella sponda al ponte di sbarco di Rangoon, non c'era verso di farmi portare.
Nè denaro nè discorsi convincenti.
Sull'altra sponda abita la maggior parte dei comunisti birmani. Ogni bianco sulla loro terra è un mortale nemico.
— Anche se a te non capita nulla, Sahib — piagnucolavano — prendono noi perché abbiamo portato un bianco nella loro contrada.
E senz'altro ci ammazzano.
I rossi di Birmania fanno in fretta ad accoppare un bianco. Durante il mio soggiorno si uccisero tre inglesi spintisi al di là dei cartelli ammonitori, posti dal Governo non comunista, a sole 25 miglia dalla città :

II Governo da questo punto in poi declina ogni responsabilità per i bianchi.

Pag. 5

Pag.6

Pag. 7

Guglielmo Lepre (Etna)

 

Grupsom - Sommergibili Mediterranei